ScacciaPensieri Marino |
Potete mettermi sopra il mio letto anche mille scaccia-pensieri, ma io penserò lo stesso, anzi forse penserò di più di quanto faccio abitualmente.
Ci sono persone che pensano poco, e altre che non pensano affatto (di queste ultime, ce ne sono tante...troppe), ed in fine ci sono persone come me, che pensano molto, troppo a volte.
Ho sempre creduto, che il concetto di felicità sia rilegato al fatto di farsi tante o poche "paranoie", cioè pensieri.
Colui che ignora la realtà e tutte le cose che di essa fanno parte, è più felice di chi pensa spesso.
D'altronde non lo dico solo io, ma lo diceva anche un ragazzo che non so quanto si sia goduto poi così tanto la vita, ma che è entrato a far parte della nostra storia letteraria.
L'amico in questione è Giacomo Leopardi e lo scrive nel suo Zibaldone: "(7. Agos. 1821). Quindi l’ignoranza la quale sola può nascondere i
confini delle cose, è la fonte principale delle idee ec. indefinite.
Quindi è la maggior sorgente di felicità, e perciò la fanciullezza è
l’età piú felice dell’uomo, la piú paga di se stessa, meno soggetta alla
noia."
Dunque, per codesto uomo, la fanciullezza è l'età più felice, ed ora capisco perché da bambino non mi facevo nessun problema e non mi fregava nulla di ciò che mi girava intorno.
Ora invece, i confini delle cose li vedo, ed è li che iniziano i dubbi e le incertezze.
C'è quindi una soluzione a tutto ciò ?
Non credo, o meglio non saprei. Potremmo prendere un po' il detto "Chi si accontenta gode", come risposta, ma anche qui, se sei nato/a Madame Bovary, eternamente insoddisfatto/a, non credo che ci sia una vera e propria soluzione.
Quella persona che sa pendersi poco sul serio e che vede il mondo come un grande gioco e sa cambiare i suoi occhi, ogni tanto, con quelli del bambino, riesce a vedere le cose in modo semplice e si emoziona per quello che ha davanti a se, senza troppe pretese e godendosi quel momento, con la sua felicità li affianco. C'è chi riesce a fare questo e c'è chi invece, pur impegnandosi, non ce la fa.
La definirei una dote innata.
Fatto sta, che il concetto di felicità è molto difficile da spiegare, come il concetto di amore o di emozione. Questo, forse, per il fatto che è un qualcosa di molto soggettivo e intimo.
Abbiamo dei gradi di esposizione diversi alla felicità, come le creme solari, ognuno ha la sua protezione.
Chissà quante persone, in percentuale, prendono il sole senza la protezione ?
Io lo prendo senza, vorrà dire che sono felice ? Non saprei...
Fabio
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